Andrej Molodkin. Touchy Art (Tachi’s Art)

A. Molodkin,  Touchy art (Tachi's art), Galleria Nina Lumer, maggio 2008
A. Molodkin, Digestive, blocco acrilico e tubo trasparente riempiti di petrolio, 77.5x31x14.5 cm, 2005
A. Molodkin,  Touchy art (Tachi's art), Galleria Nina Lumer, maggio 2008
A. Molodkin,  Touchy art (Tachi's art), Galleria Nina Lumer, maggio 2008
A. Molodkin,  Touchy art (Tachi's art), Galleria Nina Lumer, maggio 2008
A. Molodkin,  Touchy art (Tachi's art), Galleria Nina Lumer, maggio 2008
A. Molodkin,  Touchy art (Tachi's art), Galleria Nina Lumer, maggio 2008
A. Molodkin,  Touchy art (Tachi's art), Galleria Nina Lumer, maggio 2008
A. Molodkin,  Touchy art (Tachi's art), Galleria Nina Lumer, maggio 2008
A. Molodkin,  Touchy art (Tachi's art), Galleria Nina Lumer, maggio 2008
A. Molodkin,  Touchy art (Tachi's art), Galleria Nina Lumer, maggio 2008
A. Molodkin,  Touchy art (Tachi's art), Galleria Nina Lumer, maggio 2008
A. Molodkin, dalla serie Cold War II, fotografia, 100x133  cm, 2006
A. Molodkin,  Touchy art (Tachi's art), Galleria Nina Lumer, maggio 2008
A. Molodkin,  Touchy art (Tachi's art), Galleria Nina Lumer, maggio 2008

In occasione dell’Anno Internazionale del Pianeta Terra, indetto dall’Organizzazione delle Nazioni Unite, martedì 6 maggio la Galleria Nina Lumer inaugura la prima mostra personale in Italia dell’artista russo Andrei Molodkin.

Nato a Boui (Russia) nel 1966, Andrei Molodkin vive e lavora tra Parigi e Mosca. Studia Arti Visive a Boui e comincia a disegnare durante il servizio militare con le penne a sfera che avevano in dotazione i soldati per scrivere lettere a casa, dando vita a una serie di grandi disegni-manifesti dagli espliciti riferimenti al contesto politico, religioso, economico contemporaneo.

Io cerco di essere politicamente impegnato e di prestare attenzione all’arte politica e in generale ai messaggi politici”. Alla ricerca di un linguaggio e di materiali che siano espressione di questo suo intento, Molodkin affianca ai disegni con la penna a sfera sculture di resina acrilica riempite di petrolio grezzo. La tridimensionalità della forma scultorea e la dinamicità del petrolio che le attraversa sono metafora di trasformazione e di tensione dinamica tra vita e morte. Come il petrolio è il prodotto di un processo di rigenerazione, trasformazione e riciclo di materia organica, così il fluido che scorre tra le sculture acriliche attraverso tubi trasparenti diventa simbolo del flusso arterioso dell’economia mondiale.

Trasformando il petrolio da risorsa organica a forma estetica, l’artista esteticizza scottanti argomenti del dibattito politico contemporaneo.

Vorrei che il mio linguaggio fosse adeguato a questo compito… Siamo in un momento storico in cui il mondo è globale, la politica è globale, l’economia è globale. La nostra visione non può più distinguere tutte le storie personali, c’è un unico sangue, il sangue della terra. Sono interessato al processo di scambio e conversione delle identità attraverso il passaggio del petrolio da un contenitore all’altro”.