Makio Manzoni. To Be

Makio Manzoni, Galleria Nina Due, 2012
M. Manzoni. To be. happening galleria nina due. 1 dicembre 2012
Makio Manzoni. To be. happening galleria nina due. dicembre 2012
 
 
M. Manzoni. To be. happening galleria nina due. 1 dicembre 2012
M. Manzoni. To be. happening galleria nina due. 1 dicembre 2012
 
 
Makio Manzoni, To be, Galleria Nina Due, 2012
M. Manzoni, installazione To be, Galleria Nina due, 2012
M. Manzoni, mostra TO BE, Ritratti dei bambini, installazione, 2012
 
Makio Manzoni, Laboratorio, Galleria Nina Due, gennaio 2013
Makio Manzoni, Laboratorio, Galleria Nina Due, gennaio 2013

Nel lavoro di Makio Manzoni (1973) non vi è una visibile distinzione tra attività pratica ed estetica. Makio Manzoni lavora dal 2001 in alcune scuole della provincia di Lecco, a contatto con bambini e ragazzi di origini, culture e capacità diverse, e insieme a loro cerca di costruire nel territorio un’identità sociale in cui la diversità sia l’elemento fondante.

In To be questa pratica quotidiana è diventata un’opera d’arte dove il valore essenziale non è nel risultato, ma nella pratica del costruire insieme, nella realizzazione di una grande metafora dello spazio sociale in cui le differenze siano visibili, vissute, ma non divisorie. Una lunga fila di parallelepipedi di legno, abete grezzo, di altezza da 20 cm a 4 m, viene disposta di fronte alla galleria. Ogni partecipante prende il suo podio, lo porta all’interno della galleria e vi sale sopra. In questo modo, gradualmente e inaspettatamente, si forma una città di legno nella quale ognuno trova una sua posizione, sceglie una distanza, vive un contatto con i suoi vicini. Il senso dell’opera è proprio nella relazione che si instaura con gli altri, che non si trasformano in “sculture viventi”, ma permettono all’arte di recuperare la sua originaria funzione sociale ed identitaria. Sul legno si crea un io che non è individuale, personale, ma diventa un io sociale. Il legno anonimo, pur conservando la sua unicità e le sue differenze, annulla il concetto di casa come status symbol e lo riporta al punto di partenza, si fa habitat, possibilità di abitare e di vivere insieme.

Integrale, il lavoro esposto nel secondo spazio della Galleria, sviluppa l’idea di identità su un piano individuale attraverso una serie di ritratti. Il lavoro, in continua evoluzione, nella fase attuale è rappresentato da una serie di sculture mobili che ricordano dei carretti. “Il carretto è il bagaglio senza fondo che continuiamo a riempire con le nostre esperienze”, dice Makio Manzoni. All’interno ci sono volti scolpiti con pezzi di legno che ognuno di noi può combinare e ricostruire in vario modo, sono i nostri ricordi, le impressioni di persone amate, dimenticate o ancora da incontrare. “Costruendo il viso di un’altra persona, è come se ognuno partecipi alla formazione dell’identità dell’altro”. I volti conquistano, poi, il proprio posto all’interno della collettività, che prende forma, nel lavoro di Manzoni, in una struttura costruita sulle differenze, profondamente poetica nella sua precarietà, composta di tante piccole aperture, finestre dietro alle quali scoprire qualcuno, oppure un vuoto, che ci lascia in attesa.

Il progetto Integrale è stato proposto e svolto nel laboratorio espressivo dell’Istituto Comprensivo Lecco3 Antonio Stoppani Scuola Potenziata, in collaborazione con i docenti di sostegno e gli educatori negli anni 2010/2011 e 2011/2012 e proseguirà, itinerante, anche in spazi pubblici.
INFO:
1 dicembre 2012 – 15 gennaio 2013
orari: mercoledì – venerdì dalle 16 alle 20; sabato dalle 15 alle 19.