Takesada Matsutani. Stream

T. Matsutani, Twinning, 70x93 cm, 1993
T. Matsutani, River, 2002-7-11, 55,5x39,5 cm,, 2002
T. Matsutani, River 1, 89x41 cm, 2002
T. Matsutani, Cercle, 2005-7-30, 61x50 cm, 2005
T. Matsutani, Cercle, 98-9-1, 69,5x51,5 cm, 1998
T. Matsutani, Cercle, 06-1-1, 100x81 cm, 2005
T. Matsutani, Cercle, 1-3-05, 100x73 cm, 1998

Il 23 marzo 2006 la Galleria Nina Lumer inaugura la terza tappa del ciclo “Arte e Scienza”, con cui ha aperto la sua attività nel novembre 2005. In mostra una personale dell’artista giapponese Takesada Matsutani. Il ciclo mira ad esplorare, nell’incontro tra arte e scienza, quel confine, molto precario, tra immaginazione e percezione fondamentale per l’emergere della creatività artistica. Così come le neuroscienze ci hanno mostrato che la percezione è un processo che mette in relazione l’elaborazione di stimoli esterni ad un percorso parallelo e inverso che dall’interno guida la ricerca di stimoli esteriori e ci porta a guardare determinate cose e non altre, a scannerizzare la scena in modo tale da estrarre informazioni rilevanti e utili ad un certo scopo. Allo stesso modo la creazione artistica emerge tanto dalla percezione di un mondo esterno, quanto dalla percezione interna dei propri stati d’animo, delle emozioni, della memoria e, attraverso un atto motorio, condensa tutto questo in un’opera. Attraverso la mostra Stream si tende ad esplorare proprio l’importanza creativa dell’atto motorio e della gestualità nella produzione artistica.

Nato a Osaka nel 1937, membro del gruppo Gutai dal 1963, Takesada Matsutani studiò in Giappone fino al 1966 quando si trasferì a Parigi per completare la sua educazione e dove ad oggi vive e lavora. Le sue opere sono state esposte fin dagli inizi degli anni ’60 nelle più importanti gallerie d’Europa, Giappone e America.

La mostra alla Galleria Nina Lumer aprirà con una performance dell’artista e presenterà una serie di tele e disegni degli anni più recenti realizzate con legno, colla vinilica e grafite e una imponente scultura in colla del 1968. Il colore, a parte il bianco e il nero, compare pochissimo e le poche variazioni cromatiche presenti sono tutte derivate da elementi naturali, così come le forme sono ridotte all’essenzialità delle strutture più elementari.

L’importanza del gesto
Seguendo il concetto già teorizzato dall’Espressionismo astratto e adottato dai giovani artisti del gruppo Gutai, nell’opera di Matsutani si coglie l’idea della tela come “arena for action”, dove le figure sono solo l’ espressione finale del gesto che le produce. Da qui l’importanza creativa della gestualità e dell’atto motorio che permettono ai lavori di Matsutani di parlare dell’infinito, essi rappresentano solo un istante, un punto nel tempo e nello spazio che si dilata in ogni direzione grazie alla forza di quel gesto che li ha creati. Sono flussi, caotiche ripetizioni, cascate sospese in un istante, onde di colla che cadendo si secca formando delle protuberanze che l’artista copre di grafite.
Calligrafia e arte hanno a lungo vissuto in simbiosi nella cultura giapponese e la gestualità è da sempre una componente fondamentale della scrittura che scaturisce dal momento figurativo che interviene nel processo di formazione di un ideogramma, come fosse il gesto a infondere vita alla forma visiva.
Le opere di Takesada Matsutani sono presenti in numerose collezioni pubbliche e private, tra cui: Musee d’Art Moderne de la Ville de Paris, France/ Ministere des Affaires Culturelle de France/ Musee Cantini, Marseille, France/ FRAC Midi-Pyrenees, France/ Ministere des Affaires Culturelles de Belgique/ Hyogo Prefectural Museum of Modern Art, Kobe, Japan/ The Museum of Modern Art, Tokyo/ Osaka Museum of Modern Art/ The Miyagi Museum of Art, Japan/ Ashiya City Museum of Art, Japan/ Kitakyushu Municipal Museum of Art, Japan/ Museum of Modern Art, Rijeka, Croatia.