Sergey Shekhovtsov. Parco

S. Schekhovtsov, Senza titolo, mousse di poliuretano, 2006
Sergey Schekhovtsov, Bambina, 2006, mousse di poliuretano, grandezza naturale
Sergey Schekhovtsov, Parco, 2006 (mousse di poliuretano, grandezza naturale)
S.Schekhovtsov, Bacio, mousse di poliuretano,185x50x50cm, 2006
S.Schekhovtsov, Bacio, mousse di poliuretano,185x50x50cm, 2006
S. Schekhovtsov, Senza titolo, mousse di poliuretano, 2006
Sergey Schekhovtsov, Cornicione, 2006, 350x35cm, mousse di poliuretano, grandezza naturale
S. Shekhovtsov, Dream, grandezza naturale, mousse di poliuretano, 2006

Il 16 novembre 2006 la Galleria Nina Lumer inaugura Parco, la prima mostra personale in Italia dell’artista russo Sergey Schekhovtsov.

Nato nel 1969 a Salsk, in Russia, diplomato nel 1996 al Surikov Art College di Mosca, Schekhovtsov vive e lavora a Mosca. Pittore di formazione, si dedica alla scultura ormai da un decennio. Espone regolarmente in Europa e in Russia e ha rappresentato il suo Paese alla 26 Biennale di Sao Paolo (Brasile) nel 2004. Recentemente ha partecipato all’esposizione “Pop Art” alla Galleria Nazionale Tretjakovskaja, considerata uno dei più grandi eventi artistici moscoviti del 2005.

“Tra l’animale e l’uomo chi è il più umano?” è la domanda che si è posto Sergey Schekhovtsov con l’esposizione “Zoo” alla Galleria Orel (Parigi, 2004) e che ora ripropone in un nuovo scenario alla Galleria Nina Lumer con la mostra “Il Parco”. In una coreografia dall’atmosfera urbana l’artista mette in scena le sue sculture in mousse di poliuretano a grandezza quasi naturale, creando un’immagine di vita quotidiana.
La scelta del materiale povero e di colori acidi e vivissimi richiamano il suo passato di disegnatore di graffiti, quasi a emblema di un rifiuto delle icone del mercato dell’arte e della moda, attraverso un linguaggio estetico che, per una volta, non passa dallo struggimento, il conflitto o lo shock, ma permette una visione e un apprezzamento rilassato dell’opera d’arte. La semplicità delle forme permette un riconoscimento immediato da parte di chi guarda e si immerge nella scena. Le composizioni architettoniche di Schekhovtsov sono sospese e silenziose, ma sembrano attraversate da un soffio vitale che si coglie nell’interazione tra i diversi soggetti, negli sguardi e nei gesti che legano tra loro le figure. Ed è proprio nell’interazione tra le parti in gioco che emerge tanto l’umanità dell’animale, quanto la bestialità dell’uomo