Konstantin Batynkov. Interni

K. Batynkov, dalla serie Interni, n.5, acrilico su tela, 40х50 cm, 2005
K. Batynkov, dalla serie Interni, n.4, acrilico su tela, 40х50 cm, 2005
K. Batynkov, dalla serie Interni, n.2, acrilico su tela, 40х50 сm, 2005
K. Batynkov, dalla serie Interni, n.12, acrilico su tela, 50x40 cm, 2005
K. Batynkov, dalla serie Interni, n.7, acrilico su tela, 50х40 cm, 2005
K. Batynkov, dalla serie Interni, acrilico su tela, 50x40 cm, 2005
K. Batynkov, dalla serie Interni, n.22, acrilico su tela, 50х40с m, 2005

Il 18 settembre 09 alle 18.30 la galleria Nina Lumer, in collaborazione con la galleria Krokin di Mosca, inaugura la prima mostra personale in Italia dell’artista russo Konstantin Batynkov.

Konstantin Batynkov è nato a Sebastopoli nel 1959. Da giovane ha fatto parte del leggendario gruppo artistico pietroburghese dei Mitki, che con spirito giocoso e carnevalesco ha animato la scena pietroburghese negli anni della Perestroika. Da metà degli anni ’80 vive ed espone a Mosca, dove ha recentemente ricevuto importanti premi e riconoscimenti.

Batynkov è un artista che sa dipingere. Sa cogliere con straordinaria precisione il movimento di un corpo che si piega, di una gamba che si flette, del dorso irrigidito di un cavallo. Questa perfetta realizzazione del dettaglio non si esaurisce nell’istantanea di un momento, ma si realizza in grandi visioni oniriche, in mondi complessi. Mondi popolati da una miriade di piccole figure – uomini, cavalli, aerei, navi, elicotteri – disposti in surreali interni di appartamento secondo la logica del sogno.

Batynkov ha dipinto per anni in una cantina senza luce, in un paese senza luce, e il suo mondo è fatto di figure grigie, nere, bianche, come in una bufera di neve, luminose ma prive di colore. Lo spazio del sogno in realtà sembra essere sempre in attesa di una catastrofe: una mitragliatrice a una finestra, un elicottero che sorvola un’esplosione, una gru alle prese con un fantastico cantiere. I lavori di Batynkov, di nevosa e silenziosa bellezza, sono il frutto del talento di un gigante di due metri, ex campione del basket moscovita, figlio di un aviatore polare, che ha saputo conservare nelle sue opere il senso infantile del gioco, la precisione del tiro, il distacco del volo aereo.