Il 4 maggio 2006 la Galleria Nina Lumer inaugura Disgelo, mostra personale dell’artista moscovita Dmitry Gutov. Parte integrante del ciclo Arte e Scienza, la mostra prosegue l’esplorazione della scena artistica russa contemporanea iniziata dalla galleria nel novembre 05. L’artista rappresenta un movimento di ricerca estetico-filosofica iniziata negli anni ’90 in netta rottura con il concettualismo moscovita (i cui padri spirituali sono stati Ilya Kabakov, Komar e Melamid). L’arte di Gutov è infatti una delle più interessanti riappropriazioni contemporanee delle componenti più vitali e gioiose dell’estetica sovietica.
Dmitry Gutov, nato a Mosca nel 1960, ha studiato all’Istituto d’Arte, Scultura e Architettura dell’Accademia di San Pietroburgo. In Italia è conosciuto per la sua esposizione al Padiglione russo della 45° Biennale di Venezia (1995) con Viktor Misiano, Evgenyj Asse e Vadim Fishkin.
Dmitry Gutov è un artista-filosofo. In lui non c’è niente della decostruzione del postmodernismo. Al contrario la sua opera riflette una “percezione vivente e naturale del passato come attualità”. Sviluppa stimoli che gli provengono da fonti diverse del pensiero occidentale, da Goethe a Hegel, da Marx ad Agamben, ma soprattutto dal filosofo anni ’30 Michail Lifshitz, con la sua spinta utopica e antidogmatica: “è venuto il momento di dire addio agli intrighi meschini e segreti della riflessione”. Da qui il rifiuto di Gutov dei troppi intellettualismi dell’avanguardia e dei concettualismi degli anni ’70, e un’istintiva attrazione per un realismo figurato. Attivamente impegnato nel dibattito sull’evoluzione delle teorie estetiche contemporanee, Dmitry Gutov ha fondato, negli anni ’90, in omaggio a Michail Lifshitz, l’Istituto Lifshitz: originale laboratorio di idee organizzato presso il Centro d’Arte Contemporanea di Mosca dove si incontrano le esperienze di artisti, filosofi e politici. “Nel volere il quasi-impossibile c’è molto realismo” (Gutov).
La mostra Disgelo di Dmitry Gutov propone inediti oli su tela, fotografie e un video. Prima ispirazione è un quadro del pittore russo Fedor Vasilev dal titolo “Disgelo” (1871). Il Disgelo per i russi è insieme uno stato d’animo e un momento storico cruciale. Nel quadro di Vasilev, “uno dei paesaggi più malinconici della pittura russa…” il disgelo è torpore, umidità, neve bagnata e fango. “Il fango mi ha sempre interessato” dice Gutov, che a partire dalle tracce sul fango ha elaborato molti dei suoi progetti artistici. Ma il disgelo è anche l’epoca dell’apertura di Khruschev alla fine degli anni ’50. E’ un momento di euforia e speranza, una parentesi intima e vitale tra l’era glaciale staliniana e la stagnazione brezhneviana. Gutov parte da carte da parati, tessuti, stoviglie, caramelle, manifesti e design sovietico degli anni ’50/’60 per tracciare giochi di linee, curve, rette, fantasie che portano le tracce di un idealismo che guarda al futuro.