Dmitry Gutov. Disgelo

D. Gutov, La Siberia vista dal finestrino di uno stratoplan, oil on canvas, 90x90 cm, 2006
Dmitry Gutov, Resurrezione di un operaio calabrese a Roma nel 1961, olio su tela, 90x90cm,  2006
Dmitry Gutov, Manoscritti filosofico-economici del 1844, olio su tela, 80x110, 2006
Dmitry Gutov. Il capitale/II Tomo, olio su tela, 110x90, 2006
Dmitry Gutov, schema della metropolitana, olio su tela, 110x80 cm, 2006
D. Gutov, Reportage dal XXI secolo, 30x40cm, 2006
D. Gutov, Zhenskij Tors, 30x40cm, 2005
Dmitry Gutov, Poltrona e Tavolo, olio su tela, 90x90 cm, 2006
D. Gutov. Due Poltrone. Olio su tela, 90x50 cm, 2007
Dmitry Gutov, Frogs, 50x62 cm, oil on canvas, 2006
D. Gutov, "Disgelo", still from video II, 2006
D. Gutov, "Disgelo", still from video, 2006

Il 4 maggio 2006 la Galleria Nina Lumer inaugura Disgelo, mostra personale dell’artista moscovita Dmitry Gutov. Parte integrante del ciclo Arte e Scienza, la mostra prosegue l’esplorazione della scena artistica russa contemporanea iniziata dalla galleria nel novembre 05. L’artista rappresenta un movimento di ricerca estetico-filosofica iniziata negli anni ’90 in netta rottura con il concettualismo moscovita (i cui padri spirituali sono stati Ilya Kabakov, Komar e Melamid). L’arte di Gutov è infatti una delle più interessanti riappropriazioni contemporanee delle componenti più vitali e gioiose dell’estetica sovietica.

Dmitry Gutov, nato a Mosca nel 1960, ha studiato all’Istituto d’Arte, Scultura e Architettura dell’Accademia di San Pietroburgo. In Italia è conosciuto per la sua esposizione al Padiglione russo della 45° Biennale di Venezia (1995) con Viktor Misiano, Evgenyj Asse e Vadim Fishkin.

Dmitry Gutov è un artista-filosofo. In lui non c’è niente della decostruzione del postmodernismo. Al contrario la sua opera riflette una “percezione vivente e naturale del passato come attualità”. Sviluppa stimoli che gli provengono da fonti diverse del pensiero occidentale, da Goethe a Hegel, da Marx ad Agamben, ma soprattutto dal filosofo anni ’30 Michail Lifshitz, con la sua spinta utopica e antidogmatica: “è venuto il momento di dire addio agli intrighi meschini e segreti della riflessione”. Da qui il rifiuto di Gutov dei troppi intellettualismi dell’avanguardia e dei concettualismi degli anni ’70, e un’istintiva attrazione per un realismo figurato. Attivamente impegnato nel dibattito sull’evoluzione delle teorie estetiche contemporanee, Dmitry Gutov ha fondato, negli anni ’90, in omaggio a Michail Lifshitz, l’Istituto Lifshitz: originale laboratorio di idee organizzato presso il Centro d’Arte Contemporanea di Mosca dove si incontrano le esperienze di artisti, filosofi e politici. “Nel volere il quasi-impossibile c’è molto realismo” (Gutov).

La mostra Disgelo di Dmitry Gutov propone inediti oli su tela, fotografie e un video. Prima ispirazione è un quadro del pittore russo Fedor Vasilev dal titolo “Disgelo” (1871). Il Disgelo per i russi è insieme uno stato d’animo e un momento storico cruciale. Nel quadro di Vasilev, “uno dei paesaggi più malinconici della pittura russa…” il disgelo è torpore, umidità, neve bagnata e fango. “Il fango mi ha sempre interessato” dice Gutov, che a partire dalle tracce sul fango ha elaborato molti dei suoi progetti artistici. Ma il disgelo è anche l’epoca dell’apertura di Khruschev alla fine degli anni ’50. E’ un momento di euforia e speranza, una parentesi intima e vitale tra l’era glaciale staliniana e la stagnazione brezhneviana. Gutov parte da carte da parati, tessuti, stoviglie, caramelle, manifesti e design sovietico degli anni ’50/’60 per tracciare giochi di linee, curve, rette, fantasie che portano le tracce di un idealismo che guarda al futuro.